PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE

Unioncamere presenta il Rapporto previsivo 2025‑2029 del Sistema Informativo Excelsior, realizzato in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e cofinanziato dall’Unione Europea. La pubblicazione delinea gli scenari futuri del mercato del lavoro in Italia, con l'obiettivo di far conoscere a cittadini ed istituzioni le dinamiche del mercato del lavoro del prossimo quinquennio. Il rapporto rappresenta una bussola per l’orientamento professionale, per la formazione e per le politiche attive del lavoro. Interessanti i dati per l’Abruzzo, con un fabbisogno di circa 80.900 nuovi occupati tra il 2025 e il 2029, in gran parte legato al ricambio generazionale. I settori più dinamici saranno servizi alla persona, commercio, industria e costruzioni, spinti da cambiamenti demografici e investimenti pubblici.

Le stime sul futuro del mercato del lavoro (2025-2029)

Secondo gli scenari di previsione previsti, il mercato del lavoro italiano tra il 2025 e il 2029 potrà esprimere un fabbisogno compreso tra 3,3 e 3,7 milioni di occupati. La necessità di sostituzione dei lavoratori in uscita dal mercato del lavoro determinerà la maggior parte del fabbisogno, mentre lo stock occupazionale potrebbe crescere da un minimo di 237mila unità nello scenario negativo fino a un massimo di 679mila di occupati in un contesto più favorevole.

L’evoluzione dei fabbisogni professionali nelle filiere produttive

Si nota un fabbisogno particolarmente rilevante nella filiera del "commercio e turismo", con una previsione compresa tra 574mila e 702mila occupati, equivalente a circa il 18% del fabbisogno totale. Altre quattro filiere presenteranno richieste significative di lavoratori nel quinquennio: "altri servizi pubblici e privati" con una fabbisogno previsto di 512-544mila occupati, "salute" con 417-443mila unità, "formazione e cultura" con 373-421mila unità e "finanza e consulenza" con 362-420mila unità, trainata dai servizi avanzati.

Il fabbisogno occupazionale delle regioni italiane nel 2025-2029

Sud e Isole e Nord-Ovest concentreranno le quote maggiori del fabbisogno di occupati, la prima con quasi il 30% della domanda totale e la seconda con il 28%. A livello regionale, la Lombardia – con un fabbisogno atteso compreso tra 592mila e 683mila occupati – determinerebbe oltre il 18% dell’intero fabbisogno nazionale; a distanza seguono Lazio con 327-369mila unità (pari al 10% del totale), Veneto con 280-321mila unità (8,6%), Campania (280-314mila unità, 8,5%), Emilia-Romagna (275-313mila unità, 8,4%) e Sicilia (221-246mila unità, 6,7%).

Le richieste di lavoratori per indirizzi di studio e il confronto con l’offerta in uscita

Si prevede che tra il 37% e il 39% del fabbisogno occupazionale del quinquennio riguarderà professioni per cui è richiesta una formazione terziaria (laurea, diploma ITS Academy o AFAM), il 4% profili con un diploma liceale e il 45-46% personale in possesso di una formazione secondaria di secondo grado tecnico-professionale. Nell’istruzione terziaria sarà elevato il fabbisogno di persone con un titolo in ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics).

FOCUS ABRUZZO

Nel periodo 2025-2029, in Abruzzo sono attesi (nello scenario positivo) 80.900 ingressi nel mondo del lavoro. Di questi, circa 15.700 per effetto dell’expansion demand (nuova occupazione) e 65.200 per replacement demand (sostituzioni).
Principali settori per numero di occupati richiesti:

  • Servizi alle persone (24.600)
  • Commercio (11.200)
  • Industria manifatturiera (10.900)
  • Costruzioni (7.500)
  • Turismo (5.500)

Alcune considerazioni sull’Abruzzo:

  1. Ricambio generazionale urgente: il 80% del fabbisogno abruzzese è legato alla necessità di sostituire chi esce dal mercato del lavoro. Il rischio è duplice: perdita di competenze e difficoltà di reperimento se non si adeguano i percorsi formativi;
  2. Carenza di profili tecnici: anche in Abruzzo, come nel resto d’Italia, cresce la domanda di tecnici specializzati, soprattutto nel digitale, nella sanità e nella meccanica/meccatronica;
  3. Opportunità nei servizi: il boom dei servizi alla persona (sanità, welfare, istruzione) evidenzia una transizione strutturale del sistema occupazionale regionale, anche in linea con l’invecchiamento della popolazione;
  4. Nuove imprese e autoimprenditorialità: la crescita contenuta dell’expansion demand (+15.700) segnala una necessità di stimolo alla creazione di nuove imprese e iniziative locali, specie nei settori legati a turismo, cultura, food e digitale;

PNRR leva strategica anche per Abruzzo, con un ruolo potenziale importante per infrastrutture, formazione e transizione ecologica.

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